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Come sfruttare gli algoritmi musicali per la curatela musicale e farsi scoprire

  • Michele
  • 21 gennaio 2025, martedì
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Gli algoritmi di scoperta musicale aiutano chi ama la musica a trovare nuove tracce e offrono alle persone che producono musica un modo per ampliare la propria visibilità. In questo articolo analizziamo come funzionano gli algoritmi, in che modo influenzano la curatela musicale e come possono essere utilizzati sia da chi crea che da chi ascolta per scoprire e promuovere brani.

Le basi degli algoritmi musicali

Gli algoritmi di raccomandazione raccolgono e interpretano i dati legati al consumo musicale: abitudini di ascolto, cronologia delle ricerche e preferenze di genere. Da queste informazioni generano playlist e suggerimenti, basandosi su criteri come genere, ritmo, mood e comportamenti d’ascolto, così da proporre esperienze sempre più personalizzate. Le playlist automatiche, la riproduzione continua e le sezioni “Per te” sono esempi concreti di questo processo.

Per chi pubblica musica è importante sapere che gli algoritmi non si limitano a valutare gusti e generi: anche elementi come i salvataggi, il numero di skip e la percentuale di ascolto completato incidono su quanto un brano venga proposto a un pubblico più vasto.

Piattaforme che utilizzano algoritmi

Le principali piattaforme musicali e social adottano sistemi di raccomandazione avanzati. YouTube, ad esempio, propone contenuti personalizzati nella home page e mostra un elenco di video consigliati accanto a quello in riproduzione, aggiornandolo in base al comportamento dell’utente.

Spotify offre strumenti di scoperta musicale come radio basate su artista, brano o album e playlist generate da algoritmi, tra cui daylist e release radar. Queste playlist non si limitano a suggerire tracce simili a quelle già ascoltate, ma tengono conto anche dei gusti complessivi, permettendo di esplorare generi diversi. SoundCloud segue un approccio simile con le sue stazioni radio, attivabili tramite il menu sotto ogni traccia caricata.

Anche TikTok e Instagram sfruttano dati di interazione – dai “mi piace” ai commenti fino al tempo di visualizzazione – per proporre contenuti affini a quelli che suscitano maggiore interesse. Pur non essendo dedicate esclusivamente alla musica, queste piattaforme giocano un ruolo fondamentale nella diffusione di nuovi brani.

Strategie per chi crea musica

Per emergere nelle piattaforme basate su algoritmi è fondamentale fornire metadati accurati già in fase di distribuzione. L’inserimento in playlist, editoriali o generate dalla community, e la condivisione costante sui social possono aumentare in modo significativo la visibilità. I contenuti visivi curati e coinvolgenti spingono le persone a dedicare più tempo alla musica, migliorando le possibilità di venire promossi dagli algoritmi. Chi sceglie di investire nel marketing digitale può inoltre proporre i propri brani a pagine e creator con un pubblico consolidato: se la musica viene usata come colonna sonora dei loro contenuti, può raggiungere un numero molto più ampio di ascolti e potenziali fan.

Strategie di scoperta tramite algoritmi per chi ama la musica

Se desideri sfruttare al meglio gli algoritmi per la scoperta musicale, il primo passo è chiarire cosa stai cercando: vuoi approfondire un genere preciso o preferisci mettere insieme una selezione di brani che trasmettano un certo stato d’animo? Definire l’obiettivo ti aiuterà a orientarti meglio tra le diverse opzioni disponibili.

  • Chosic. Prima ancora di esplorare le piattaforme principali, può essere utile provare Chosic, un generatore di playlist online collegato a Spotify. Questo strumento permette di creare raccolte personalizzate basandosi su brani, talenti, generi, mood, BPM o playlist simili, offrendo un approccio più mirato e dettagliato al vasto catalogo musicale di Spotify.
  • Funzione di scorrimento in stile reel su Spotify. Un’altra opzione interessante è la funzione di scorrimento, simile ai reel, integrata nella dashboard di un brano che ti piace. Attraverso brevi anteprime puoi scoprire velocemente nuove tracce e ampliare i tuoi ascolti.
  • Suggerimenti di Spotify. Oltre a questo, Spotify propone consigli direttamente sotto l’ultima canzone delle tue playlist e offre le radio basate su brani, album o talenti. Si tratta di strumenti molto efficaci per trovare tracce simili a quelle che già apprezzi.
  • YouTube. Su YouTube, un’idea utile è creare un account dedicato esclusivamente alla musica. In questo modo eviti di ricevere suggerimenti legati ad altri tipi di contenuti e mantieni il feed focalizzato sulle scoperte musicali.
  • Instagram e TikTok. Lo stesso approccio vale per i social come Instagram e TikTok: seguire pagine incentrate sulla musica ti consente di ricevere con regolarità consigli e nuove tracce direttamente nel feed o nel For You Page.

Limitazioni degli algoritmi

Sebbene gli algoritmi possano aprire molte porte alla scoperta musicale, non sempre risultano prevedibili e spesso tendono a privilegiare le tendenze del momento. Inoltre, la loro accuratezza diminuisce quando si tratta di generi di nicchia o di musiche con sonorità particolari rispetto a quelle mainstream. Anche se talvolta riescono a intercettare la scena underground, non danno necessariamente priorità a chi è meno conosciuto. Il rischio, quindi, è quello di ritrovarsi ad ascoltare soprattutto brani già popolari, piuttosto che quelle gemme più rare e sfumate che si stanno cercando.

In questi casi la curatela umana e una ricerca più approfondita, seppur dispendiosa in termini di tempo, possono fare la differenza. Se il tempo a disposizione è limitato, una soluzione pratica è affidarsi a playlist curate da persone – come le nostre – che permettono di scoprire nuove tracce selezionate con attenzione. Spesso, infatti, i due approcci si completano: si parte dai suggerimenti algoritmici e poi si esplorano più a fondo i percorsi degli talenti scoperti, delle persone che collaborano con loro o le etichette con cui lavorano.

Guardando avanti

Con l’evoluzione continua degli algoritmi e i progressi dell’intelligenza artificiale, il loro ruolo nel plasmare l’industria musicale diventerà sempre più rilevante. Chi ama la musica può aspettarsi sistemi di raccomandazione più precisi, capaci di facilitare ulteriormente la scoperta di nuova musica. Allo stesso tempo, chi crea musica dovrà osservare con attenzione questi sviluppi e adattare di conseguenza le proprie strategie.

Questo, però, non riduce il valore della curatela umana e delle playlist editoriali, che resteranno strumenti fondamentali per chiunque produca musica, in qualsiasi fase della carriera. È probabile che il futuro della scoperta musicale sarà un mix di algoritmi e curatela personale: prepararsi a muoversi tra entrambi i mondi rappresenta la strategia migliore.

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