Abbiamo incontrato i The Gardener and the Tree, che hanno condiviso con noi i loro ricordi più belli e più brutti sul palco, ci hanno parlato di come
19.000
ascoltatori
1475
seguaci
Intervista
1/ Diteci qualcosa di voi, come vi siete conosciuti?
In realtà siamo solo un gruppo di matti con un grande amore per la musica e ci siamo conosciuti a scuola, in famiglia, inoltre siamo sulla buona strada per diventare sempre più ambiziosi riguardo alla nostra produzione musicale.
Il vostro primo EP è uscito tre anni fa, pensate che la musica che fate adesso sia diversa, più matura? In che modo definireste questa evoluzione? Assolutamente, abbiamo prodotto il nostro primo EP tre anni fa e si tratta solamente di una versione di prova di ciò che vogliamo effettivamente fare. Da allora siamo andati avanti, abbiamo messo insieme le nostre idee e abbiamo scritto il seguito, ed è per questo che continua a crescere. È un po’ come salire una scala! A volte sali di qualche gradino e a volte scendi di altri perché gran parte della differenza sta nel diventare più maturi e coinvolti nel processo, nel modo in cui pensiamo sia giusto per noi.2/ Quali consigli potete dare ai gruppi indie?
L’unico consiglio che possiamo dare in quanto band è “fai ciò che ami e ciò che sai fare bene!” Quando pubblichi per la prima volta la tua musica ti rendi subito conto se piace alle persone, e quello è una specie di segno. Ci ripensi sempre e lo metti a confronto con la musica che produci attualmente. Se alle persone piace ancora sai di essere sulla strada giusta. E a dirla tutta, non lasciare che questa cosa ti butti giù. Fai ciò che vuoi, e ama ciò che fai.
3/ Per le band è sempre più difficile vivere di musica, specialmente perché si devono dividere i soldi, com’è per voi adesso che siete sotto una grande etichetta?
In realtà per noi non c’è una grande differenza tra il distribuire la musica via iMusician, un’etichetta indipendente o una grande etichetta. La differenza sta nelle persone che si trovano dietro le quinte. Le persone che reggono le fila, che ottengono più esibizioni, che raggiungono gli accordi migliori. Alla fine continui a dividere i soldi come facevi prima, sempre se c’è la possibilità di dividere i soldi, dato che ne hai sempre bisogno per i nuovi strumenti, gli hotel, la benzina e altre cose. I soldi non dovrebbero essere una priorità, non cominciate a farvi troppi conti in tasca. Amate ciò che fate, sognate in grande, ma ricordate sempre chi siete, alla fine è la vostra vita, la vostra musica ed è tutto ciò che in realtà possedete.
4/ Al momento siete in tour, qual è il vostro ricordo più bello e quale quello più brutto come band?
Per noi l’essere in tour ha principalmente a che vedere con il cibo (ride). Il ricordo più bello che abbiamo è quello delle esibizioni in cui mangi bene e incontri persone fantastiche. Quando ti senti una super star, ti diverti con la band e con la troupe, quelle sono le belle serate. Quando sei pieno di energia dopo l’esibizione, esci e ti diverti. Quando la musica sul palco e per il pubblico è ottima, quindi le persone ne sono entusiaste e lo stesso vale per te, quello è il vero sballo! Per ora il più bel ricordo è di quando abbiamo suonato sold out in uno spettacolo presso “Mascotte”, a Zurigo, poco tempo fa e siamo usciti per prendere una boccata d’aria e fumare una sigaretta. Abbiamo girato l’angolo dell’entrata del backstage e abbiamo visto una folla immensa, piena di persone che ci amano e che volevano far festa con noi, ne siamo rimasti davvero impressionati. 500 persone erano in fila per entrare e vederci, quindi eravamo molto tesi e abbiamo capito subito cosa ci aspettava. Si è rivelata una serata pazzesca!
Il ricordo più brutto: Ci siamo esibiti ad un festival e poco prima che iniziasse lo show ci siamo accorti di aver dimenticato la nostra tastiera. Eravamo tipo “merda, è un casino, non possiamo esibirci così!” Fortunatamente stava per arrivare un gran temporale, quindi lo show è stato posticipato e ci siamo precipitati alla velocità della luce sotto la pioggia e la grandine a recuperare la tastiera. Sulla via del ritorno per il festival abbiamo trovato un albero caduto e siamo di nuovo rimasti bloccati. Una vera e propria storia dell’orrore. Nel frattempo al festival non c’era più l’elettricità quindi siamo riusciti a guadagnare un altro po’ di tempo – nessuno sapeva che non eravamo presenti. Dopo alcune ore l’albero è stato rimosso dalla strada e siamo riusciti a risalire in macchina la collina dove si teneva il festival e abbiamo suonato nella piccola area bar invece che sul palco. Un ricordo che non dimenticheremo mai! Grazie al cielo c’è stato il temporale, abbiamo quasi rovinato del tutto la nostra esibizione ma nessuno se n’è accorto.