Vocalist AI lancia una piattaforma di clonazione vocale che compensa gli/le artisti/e

La clonazione e la riproposizione di voci con strumenti di intelligenza artificiale è una pratica molto contestata che ha suscitato molte reazioni da parte dell'industria musicale. Non molto tempo fa, la piattaforma di clonazione vocale Jammable, con sede nel Regno Unito, è stato citato dall'associazione commerciale dell'industria musicale britannica BPI, che ha chiesto ufficialmente di rimuovere le voci di vari artisti/e famosi/e dai suoi servizi. Nel frattempo, alcuni paesi del mondo hanno iniziato a introdurre nuove leggi per regolamentare l'IA nella musica e non solo.

Ma qual è il problema dell'IA? Una delle principali preoccupazioni dell'industria musicale è stabilire chi sarà la persona remunerata, per cosa e la cifra erogata. Ricevendo piuttosto poco e spendendo sempre di più per attezzature, marketing, abbonamenti e beni di prima necessità, artisti ed artiste si trovano ad affrontare delle sfide monetarie non indifferenti.

In un settore instabile, l'intelligenza artificiale non fa che complicare ulteriormente una situazione già difficile. Uno scenario sempre più comune è quello in cui artisti ed artiste scoprono improvvisamente nuove canzoni generate dall'IA che contengono le loro stesse voci. Eppure, quando si parla di compenso, non ricevono nemmeno un centesimo. Ciononostante, così come vengono lanciati sempre più strumenti all’avanguardia, si ignorano le preoccupazioni espresse dagli/dalle esperti/e del settore.