Apple Music vs. Spotify Playlists: quali posizionamenti editoriali contano di più per i talenti indipendenti?
- Martina
- 11 settembre 2025, giovedì
Spotify è spesso la prima piattaforma a cui i talenti pensano quando si parla di posizionamenti in playlist. Tuttavia, anche le playlist su altre piattaforme — in particolare quelle editoriali di Apple Music — possono avere la stessa influenza, se non addirittura di più.
Quindi, quali playlist contano di più per i talenti indipendenti e DIY? In questa guida analizzeremo le differenze tra le playlist editoriali di Spotify e quelle di Apple Music e ti mostreremo come ciascuna piattaforma possa dare una spinta alla tua carriera. Iniziamo!
Apple Music vs. Spotify: differenze chiave per i talenti indipendenti
Prima di entrare nel merito delle playlist, è utile fare un passo indietro ed esaminare le differenze principali tra le due piattaforme nel loro complesso. Per i talenti indipendenti, Spotify e Apple Music non sono semplicemente piattaforme di streaming intercambiabili con caratteristiche e funzioni simili: offrono opportunità, pubblico, metodi di scoperta e strumenti diversi, che possono influenzare la tua carriera in modi distinti. Comprendere queste differenze aiuta a contestualizzare meglio i rispettivi ecosistemi di playlist.
Dimensione del pubblico e portata
Spotify resta il leader globale dello streaming, con circa 600 milioni di utenti attivi mensili (UAM) nel quarto trimestre del 2024. Apple Music, pur essendo più piccola con circa 94 milioni di abbonati, mantiene comunque una posizione forte nei mercati degli Stati Uniti e dell’Asia-Pacifico.
Per un talento indipendente, questo significa che Spotify offre una portata globale maggiore e numeri complessivi di ascolto più alti, mentre Apple Music tende ad attrarre un pubblico più ridotto ma spesso più coinvolto e disposto a pagare per la musica (dato che non esiste un livello gratuito con pubblicità come su Spotify).
Scoperta tramite algoritmi vs. selezione umana
Forse la differenza più grande tra le due piattaforme sta proprio in come aiutano chi ascolta a scoprire nuova musica. Per i talenti indipendenti questo è fondamentale — perché strumenti di scoperta e posizionamenti in playlist sono spesso ciò che permette ai brani di arrivare a un pubblico del tutto nuovo.
Spotify è conosciuta per le sue playlist algoritmiche come Discover Weekly e Release Radar, che personalizzano i suggerimenti per ogni utente in base alle sue abitudini (cronologia di ascolto, salvataggi e skip). Oltre a questo, Spotify cura playlist editoriali e consente a chiunque di creare e gestire le proprie playlist sulla piattaforma. Un singolo posizionamento editoriale su Spotify può inoltre attivare il motore algoritmico, aumentando gli ascolti anche molto tempo dopo la fine della presenza in playlist.
Oltre ai tre principali tipi di playlist, Spotify ha introdotto funzionalità aggiuntive come AI DJ, Daylist e Time Capsule, che uniscono personalizzazione e scoperta per mantenere alto il coinvolgimento di chi ascolta.
Apple Music, invece, punta molto di più sulla cura umana. Il suo team editoriale costruisce playlist legate a momenti culturali, mood o generi, rendendole più “scelte a mano” che guidate da algoritmi. Per i talenti indipendenti, questo significa che i posizionamenti nelle playlist Apple possono sembrare più personali, ma spesso dipendono da relazioni solide o da servizi professionali di pitching per riuscire a entrare.
L’ecosistema di scoperta di Apple si appoggia inoltre a radio e programmazioni live, che comprendono Apple Music Radio (con stazioni di punta disponibili per tuttə), programmi curati come quello di Zane Lowe, e la stazione Apple Music 1, attiva 24 ore su 24.
In sintesi: la scoperta su Spotify è guidata prima di tutto dagli algoritmi, mentre su Apple Music lo è dalle persone che curano i contenuti. I talenti indipendenti possono trarre vantaggio da entrambi — Spotify per la sua scala e la portata algoritmica, Apple per l’esposizione curata da tastemaker e il posizionamento culturale.
Strumenti & Insights per talenti
Entrambe le piattaforme di streaming offrono dashboard dedicate ai talenti, ma con punti di forza leggermente diversi:
Spotify for Artists ti permette di proporre i brani inediti direttamente ai curators di Spotify e fornisce analytics dettagliate, come gli ascolti suddivisi per Paese, dati demografici e inserimenti in playlist. Inoltre, offre strumenti di branding e marketing come la personalizzazione del profilo, Artist Pick, Spotify Canvas e l’integrazione con i concerti dal vivo, insieme alla possibilità di comunicare direttamente con i follower per condividere novità, date dei tour e messaggi di ringraziamento personalizzati.
Apple Music for Artists offre analytics altrettanto complete e intuitive, comprese le statistiche di Shazam (estremamente utili per monitorare la scoperta organica), gli ascolti e le vendite su iTunes, e dati sulle rotazioni radio tramite Apple Music 1. La piattaforma consente anche di personalizzare l’immagine del profilo e di condividere i dati con terze parti. Tuttavia, al momento Apple non permette ai talenti di inviare direttamente i propri brani alle playlist editoriali, rendendo quindi fondamentali le collaborazioni con distributori per il pitching.
Portata geografica & influenza
Infine, la geografia gioca un ruolo importante nel determinare quale piattaforma possa servirti meglio.
Spotify è leader in Europa e America Latina, con una presenza forte in Paesi come Brasile, Messico e Germania.
Apple Music, invece, ha una posizione più solida negli Stati Uniti, dove di recente ha superato Spotify per numero di abbonati. È inoltre dominante in Giappone e in altre aree dell’Asia, grazie in parte all’integrazione con i dispositivi iOS e alla sua reputazione di piattaforma premium.
Per i talenti indipendenti, questa divisione significa che la strategia può dipendere da dove si trova il proprio pubblico attuale — o da dove si vuole crescere. Se punti a un’esposizione globale e di massa, Spotify è essenziale. Se invece il tuo obiettivo è connetterti con tastemaker negli Stati Uniti o in Asia attraverso playlist curate, Apple Music è altrettanto importante.
Apple Music vs Spotify Playlists: posizionamenti editoriali
Come approfondito nella nostra guida al playlist pitching, le playlist editoriali — che si trovino su Spotify, Apple Music o altre grandi piattaforme di streaming — sono raccolte di brani curate manualmente da editor musicali professionisti e team di curators. Di solito mettono in evidenza temi, generi, mood, trend o argomenti culturali specifici, diventando strumenti potenti di visibilità.
Sebbene il concetto sia simile tra le diverse piattaforme, le playlist editoriali di Spotify e Apple Music differiscono per portata, processo di candidatura e accessibilità per i talenti indipendenti.
Playlist editoriali di Spotify
Così come la piattaforma stessa, le playlist editoriali di Spotify sono tra le più influenti al mondo, raggiungendo centinaia di milioni di persone a livello globale. A settembre 2025, le principali playlist editoriali per numero di follower includono:
Today’s Top Hits — oltre 34 milioni di follower
Top 50 – Global — 17 milioni di follower
RapCaviar — 16 milioni di follower
Viva Latino — oltre 15 milioni di follower
All Out 2010s — 14 milioni di follower
Rock Classics — 12 milioni di follower
Punti di forza delle playlist di Spotify
La grande popolarità e l’elevato numero di follower delle playlist editoriali di Spotify significa che i talenti hanno il potenziale per ottenere un’enorme visibilità: anche un solo posizionamento può far arrivare un brano a milioni di nuove persone. La piattaforma è inoltre conosciuta per il suo ecosistema di playlist molto diversificato, che include sia raccolte mainstream sia di nicchia, e che spesso presenta sia talenti emergenti sia nomi già affermati.
Un altro vantaggio unico di Spotify è la sinergia tra playlist editoriali e algoritmiche: i posizionamenti editoriali innescano spesso boost algoritmici (Discover Weekly, Release Radar, playlist generate da persone). Questo crea un effetto domino che può far crescere gli ascolti e aumentare la visibilità — anche molto tempo dopo la fine del posizionamento editoriale originale.
Sfide
Una delle principali difficoltà nell’ottenere un posizionamento in una playlist editoriale di Spotify è l’enorme quantità di candidature ricevute ogni giorno. Si stima che i curators di Spotify ricevano circa 20.000 proposte di brani al giorno, rendendo la competizione estremamente elevata.
Per questo motivo, l’attenzione si concentra sempre di più sulla qualità delle candidature. I curators di Spotify cercano pitch solidi e professionali, che siano in linea con il sound e il pubblico target della playlist, che includano tutti i dettagli e i metadata rilevanti (come genere, stile, mood, strumenti, ecc.) e che forniscano informazioni sul contesto del brano e sui traguardi raggiunti dal talento. Un pitch debole o poco coerente può ridurre drasticamente le possibilità di essere inseriti in playlist.
Playlist editoriali di Apple Music
Pur avendo una base utenti più piccola rispetto a Spotify, le playlist di Apple Music attraggono persone molto coinvolte e fedeli. Apple non condivide pubblicamente i numeri di follower, ma il suo sistema editoriale mette in evidenza le playlist più influenti, tra cui:
Today’s Country
Sleep Sounds
Rain Sounds
Today’s Hits
R&B Now
Rap Life
Punti di forza delle playlist di Apple Music
Il team editoriale di Apple Music è riconosciuto per il suo approccio selettivo e di alta qualità, oltre che per la profonda esperienza nel settore. Spesso mette in evidenza brani che hanno già una forte risonanza a livello mediatico, con etichette o a livello culturale. Inoltre, come già accennato, Apple Music si basa principalmente sulla cura umana (mentre Spotify punta di più sulle playlist algoritmiche), offrendo così un’esperienza più curata e personalizzata rispetto all’approccio guidato dagli algoritmi di Spotify.
Sebbene la portata complessiva di Apple Music sia più ridotta, le sue playlist generano spesso un coinvolgimento più alto, favorendo connessioni più significative e durature con chi segue la musica. Per moltə talenti indipendenti, questo tipo di engagement concentrato può essere più prezioso dei semplici numeri elevati di ascolti.
Un altro vantaggio dei posizionamenti su Apple Music è l’integrazione fluida con l’ecosistema Apple. Le playlist sono spesso rafforzate da visibilità aggiuntiva tramite i suggerimenti di Siri, le sezioni in evidenza sulla homepage e Apple Music Radio, dando ai brani ulteriore esposizione attraverso molteplici punti di scoperta.
Sfide
Il pubblico più ridotto di Apple Music rispetto a Spotify è ciò che può limitare l’impatto complessivo di un posizionamento editoriale sulla crescita di un talento. Anche se ottenere uno slot in una playlist Apple può sembrare più alla portata (anche se è discutibile, visto che i curators sono molto selettivi e danno priorità alle candidature che rispettano standard qualitativi rigorosi), l’effetto slancio potrebbe non essere paragonabile a quello del sistema di sinergia editoriale–algoritmico di Spotify.
È inoltre importante notare che, a differenza di Spotify, Apple Music non consente invii diretti alle playlist editoriali. Questo significa che i talenti devono affidarsi a un distributore o a un’etichetta per proporre i propri brani. Sebbene questo aggiunga un livello di mediazione, può in realtà aumentare le probabilità di successo, dato che i team professionali di pitching hanno spesso relazioni consolidate con chi cura le playlist e sanno come adattare le candidature alle aspettative editoriali.
Spotify vs. Apple Music: quali playlist contano di più?
Per molti talenti, la grande domanda oggi è: su quale piattaforma dovrei concentrarmi di più — Spotify o Apple Music? La verità è che non esiste una risposta valida per tuttə. I tuoi obiettivi, il genere, la posizione del pubblico e persino la fase della tua carriera influenzano quale piattaforma possa offrirti i migliori risultati.
Apple Music è spesso la scelta più solida se vuoi costruire un coinvolgimento profondo e duraturo con chi ascolta e coltivare una fanbase fedele. Le sue playlist sono curate con attenzione da team editoriali, e il pubblico è composto da un pubblico fedele, più propenso ad affezionarsi ai talenti che scopre. Spotify, invece, offre una scala e una portata senza paragoni. Grazie alla sinergia tra playlist editoriali e algoritmiche, un singolo posizionamento può generare uno slancio virale, moltiplicando gli ascolti attraverso diversi tipi di playlist.
Ma ecco il punto: non è necessario limitarsi a una sola piattaforma. Che si tratti di Spotify, Apple Music o di altre come Deezer e Beatport, l’approccio più efficace per i talenti indipendenti è mirare contemporaneamente alle playlist editoriali su più piattaforme. Ogni servizio di streaming ha i propri punti di forza, e massimizzare l’esposizione su tutti significa moltiplicare le possibilità di successo.
Perché il pitching multipiattaforma vince
Inviare il tuo brano a più piattaforme può aumentare in modo significativo le probabilità di ottenere un posizionamento editoriale. Ciò che non viene selezionato da Spotify potrebbe trovare spazio su Apple Music, e viceversa. Diversi curators, pubblico ed ecosistemi di playlist differenti significano più opportunità per la tua musica di entrare in connessione con nuove persone.
Puoi proporre il tuo brano a più piattaforme attraverso un servizio professionale, spesso offerto da un’etichetta o da un distributore. Con uno strumento come l’Editorial Playlist Pitching di iMusician, non devi preoccuparti di inviare la candidatura separatamente a ogni piattaforma. Una sola candidatura semplificata permette di far considerare il tuo brano da Spotify, Apple Music, Beatport e altre piattaforme. Questo ti fa risparmiare tempo e ti consente di concentrarti sulla musica, mentre persone esperte del settore gestiscono il pitching per tuo conto.
È inoltre importante sapere che la maggior parte delle piattaforme di streaming — incluse Apple Music, Beatport e Deezer — non consente l’invio diretto alle playlist editoriali, quindi i talenti devono in ogni caso appoggiarsi a servizi professionali.
Ancora più importante, però, è che questi servizi offrono competenze e relazioni con i curators a cui i singoli talenti non hanno normalmente accesso. Il nostro team sa cosa cercano, come creare un pitch che funzioni e come abbinare la tua musica alle playlist giuste. Grazie a anni di esperienza e a connessioni solide con chi cura le playlist, perfezioniamo ogni candidatura per darle le migliori possibilità di successo.
Conclusione: non è una scelta tra l’una o l’altra playlist
Alla fine, la domanda non è “Spotify o Apple Music?”, ma come sfruttarle entrambe.
Spotify ti offre la scala e la spinta algoritmica per raggiungere un pubblico vastissimo. Apple Music ti garantisce credibilità da tastemaker e un coinvolgimento più profondo di chi ascolta. Insieme, rappresentano una combinazione potente per i talenti indipendenti pronti a crescere.
Se il tuo obiettivo è lo sviluppo della carriera nel lungo periodo, la scelta più intelligente è fare pitching su più piattaforme. Collaborando con un servizio professionale come l’Editorial Playlist Pitching di iMusician, puoi massimizzare l’esposizione, aumentare le probabilità di posizionamento e concentrarti su ciò che conta davvero: creare musica che arrivi alle persone.